giovedì 18 aprile 2013

Un ospite a cena nel Simpson Desert


[Australia]  L’alba nel lookout delle “The Breakways”, 20 km a nord di Coober Pedy, è ancor più rossa del tramonto di ieri sera. Intorno il silenzio è assoluto, nessuno in giro, nessuna abitazione a vista. Purtroppo con i primi raggi di sole arrivano anche le mosche, tante, tantissime, insopportabili. In tutto il centro Australia c’è questo problema per qualche mese all’anno. Le mosche non pungono ma s’insinuano tra gli occhi e le labbra cercando dei liquidi, più volte ci è capitato di chiudere gli occhi e schiacciarle con le palpebre. I più bravi le sopportano, magari allontanandole dal viso con la mano, muovendola  a mo’ di tergicristallo, noi abbiamo risolto il problema comprando delle sottili reti da mettere in testa, reperibili in tutti i negozi della zona. Comunque di notte le mosche non ci sono, appena scende il sole spariscono.

Facciamo 9 km di sterrato e torniamo di nuovo sulla Stuart Highway, la direttrice sud-nord che prende il nome dell’esploratore John Stuart, il primo ad effettuare questo percorso nel 1862, dopo due tentativi falliti negli anni precedenti. Oggi cercheremo di fare tanta strada per avvicinarci alla prossima meta: l’Ayers Rock, il monolito di roccia rossa considerato l’icona nazionale australiana. Il paesaggio desertico che attraversiamo è sempre interessante, con cespugli e talvolta piccoli alberi che crescono sulla sabbia rossa, ma non è vario come quello precedente a Coober Pery.

In questa zona non ci sono canguri che possono attraversaci la strada, lo deduciamo dal fatto che non ce ne sono più di morti ai lati, in compenso vediamo tante carcasse di automobili, spesso arrugginite, abbandonate sulla sabbia. Sono molto fotogeniche, viene quasi il sospetto che vengano lasciate lì proprio per questo. Ad un certo punto incontriamo una turista solitaria che avanza con la bicicletta piena di borse e la retina per le mosche in testa. Verremo a sapere più tardi che è una francese di 21 anni, in viaggio da tre mesi! Katia commenta che da un’indagine fatta in Birmania, risulta che i primi viaggiatori sono proprio i francesi, seguiti dai tedeschi.

Incuriositi da un cartello che indica un centro di arte aborigena a 8 km, seguiamo la deviazione su strada sterrata e arriviamo a Iwantja, un piccolo villaggio con un grande laboratorio dove diversi artisti locali stanno disegnando delle tele. Una ragazza bianca ci dice che quelle tele finiscono nei negozi di Alice Spring e Darwin, e ci fa vedere “l’esperienza espositiva” degli artisti, tutti molto quotati. Forse rimane delusa quando vede che non compriamo niente. I prezzi sono comunque molto alti. Una pittrice anziana ha sul tavolo, in un sacchetto trasparente lungo e stretto come quello delle baguette, il pranzo per l’intera famiglia: una coda di canguro!

Proseguiamo il viaggio sulla Stuart Hwy facendo il pieno a Marla, un piccolissimo centro abitato sorto una ventina di anni fa per spezzare i lunghi trasferimenti nel deserto. Dopo un centinaio di chilometri cambiamo stato ed entriamo nel Northern Territory. Arriviamo verso il tramonto all’incrocio di Erldunda, dove c’è un distributore ed un campeggio. La benzina è sempre aumentata mentre avanzavamo verso il deserto, siamo passati da 1,5$ al litro lungo la costa ai 2,11$ qui. Per la notte ci chiedono 52$, troppi. Troviamo uno spiazzo pochi chilometri dopo ed invitiamo a cena Andrè, un ingegnere francese di 27 anni che abbiamo conosciuto al distributore. André è partito da Melbourne in bicicletta cinque settimane fa e sta attraversando il continente percorrendo dai 100 ai 150 km al giorno, anche lui evitando i campeggi perché costano troppo.

Ogni giorno, un po’ prima del tramonto si ferma dove gli capita e pianta la tenda, ripartendo appena fa luce. La sua bicicletta ha i copertoni rinforzati (7 mm di spessore) per affrontare  in sicurezza le strade sterrate e ha speso per tutta l’attrezzatura circa 2.000 $. Gli chiediamo incuriositi come fa con l’acqua, visto che ne serve tanta e non si trova facilmente. Lui risponde che, mentre pedala, mostra la bottiglia alle auto che passano, nessuno si rifiuta di aiutare un ciclista nel deserto! Il suo blog è: www.longredride.wordpress.com

Andrè è un appassionato di stelle, le guardiamo insieme. Ci ricordiamo del mito di Orione, il valoroso guerriero vinto da uno scorpione, infatti nel cielo la costellazione di Orione sta tramontando a ovest, mentre quella dello Scorpione sorge ad est. Con il suo binocolo guardiamo le Pleiadi e la sempre affascinante Nebulosa di Orione, una nube di gas con delle stelle in formazione, alcune di queste stelle già formate illuminano il gas intorno e ci permette di vederlo, quasi a occhio nudo.

Menù della cena: pastasciutta (Barilla) con patate, pesto e formaggio. Dopo cena una bella tisana con biscotti.

Oggi abbiamo percorso 573 km.

Un'artista al lavoro nel cetro aborigeno di Iwantja  
 Cartelli stradali indicano di stare attenti nei sorpassi perché i TIR sono lunghi oltre 50 metri 
 I Road Train lunghi ...lunghissimi
Lungo la strada ci sono tante carcasse di automobili...
... tutte arrugginite
Andrè ha messo la sua tenda vicino al camper e questa sera cena con noi

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