sabato 23 febbraio 2013

Il mio Vipassana: alla ricerca della Pace Interiore e della Saggezza

[Thailandia]  Eccoci di nuovo nel mondo normale. Tranquillizziamoci subito, non abbiamo raggiunto nessuna illuminazione, nessuna visione o qualche idilliaco stato mentale. Ci siamo concentrati per dieci giorni sul silenzio, sulle emozioni e sui pensieri, con l’obiettivo  di diventare più sereni, più saggi e magari più felici. A caldo non sappiamo dire come ci sentiamo, un po’ strani forse, con un marcato fastidio verso rumori, musica, chiacchiere e con poca voglia di parlare, ma con la netta impressione di aver fatto un’esperienza indimenticabile.

Abbiamo praticato la meditazione seduti, in piedi, camminando e qualche volta distesi. Già dal primo giorno viene insegnata la meditazione seduta formale, dicendo di concentrarsi sul respiro o semplicemente osservarlo. Una parola! Stare immobile con le gambe incrociate e gli occhi chiusi per tempi a volte infiniti, con la mente che deve fare di tutto per concentrarsi solo sul respiro, non è uno scherzo.

Tutti abbiamo detto almeno una volta nella vita: “Non voglio pensare a niente!”. Avete mai provato? Impossibile. Come puledri impazziti i pensieri vanno ovunque, entrano ed escono dalla mente senza mai fermarsi, possiamo solo tentare di controllarli,  domarli, e se ci riusciamo abbiamo vinto il premio della “concentrazione”.  Mi guardo in giro per scoprire quanto fermi riescono a stare gli altri, che invidia mi fanno, tutti immobili, mentre le mie gambe sono sempre più doloranti e con l’unico grande desiderio di sentire il dolce suono della campana che indica la fine della meditazione seduta.

La meditazione camminata all’inizio mi sembrava da pazzi, non capivo il senso di stare dentro un sentiero segnato e camminare, camminare, camminare, con passi lentissimi e sguardo basso, proprio come tanti malati mentali. Che senso ha, mi chiedevo. Più di una volta me ne sarei voluta andare, ma resistevo, perché così bisogna fare con  il Vipassana, resistere al sonno, alle fatiche e alle assurdità. Almeno una decina di persone non ce l’ha fatta, hanno abbandonato prima, alcuni erano proprio i perfetti meditatori che invidiavo. Ogni tanto il mio sguardo si alzava sul bellissimo bosco di noci di cocco e contemplavo gli scoiattoli che si rincorrevano sulle foglie delle palme. Un giorno ho visto una noce cadere davanti a me facendo un bel botto, alzo subito lo sguardo e vedo che quelle sopra la nostra testa sono state per fortuna tolte.

Quello che mi ha trattenuta è stato sicuramente il cibo perché, alla faccia del digiuno, era un bel pezzo che non mangiavo così bene. La colazione era alle 7, dopo tre ore di meditazione e ginnastica, con grandi vassoi di pasta, riso o qualche altro cereale e verdure di diverso tipo, come piccoli fagioli dolci…da provare, buonissimi!  E ancora noccioline, sesamo o schegge di pistacchi. Papaya, banane e ananas, a volontà. Come bevanda tè o soya. Anche il pasto delle 11 aveva la scelta tra più vassoi con cibo sempre rigorosamente vegetariano. Quelli al curry, con pezzi di soya e patate dolci era sicuramente il mio preferito. Alle 17 una leggerissima cena a base di  frutta coperta da scaglie di cocco a cui potevi aggiungere latte concentrato e ancora noccioline e sesamo. Non ho mai sentito la fame. Neppure il giorno che per creare avversione, invece di tutto questo ben di dio, ci hanno sorpreso presentando un panino a testa e pochi fagioli dolci, finiti subito. La maggior parte di noi ha sostanzialmente mangiato con pane e tè!

Il silenzio è stato l’altra cosa che mi ha trattenuta in questo piccolo monastero sulla cima di una meravigliosa collina tropicale piena di piante di frangipane e palme. Nessun cenno, nessuno sguardo. A tavola non c’era il bisogno di dire delle banalità, come si fa di solito tanto per riempire il vuoto. Ognuno sempre e solo con se stesso. Un silenzio che non disturba ma arricchisce. Una vera poesia.

La stessa poesia che ho trovato nei suoni dei gong che segnavano lo scandire delle varie attività della giornata e nell’indimenticabile fila di persone che in Nobile Silenzio, alle quattro di ogni mattina, con la pila in mano, risaliva i sentieri per avviarsi alla sala di meditazione con il desiderio di elevarsi almeno nello spirito.

Ragazzi è stata dura …di più.  Ma ce l’ho fatta!

La sala meditazione, quante ore trascorse e... che dolor di gambe!
Al mattino, ancora con il buio, ognuno con la sua pila a mano sale per i sentieri
Il pranzo dell'ultimo giorno quando ci è stato concesso parlare e fotografare

2 commenti:

  1. Vi aspettavo... non vedevo l'ora di avere vostre notizie.. Grandi, ce l'avete fatta! Siamo fieri di voi!!! Che eperienza indimenticabile deve essere stata.. Ora siete sicuramente delle persone più ricche! Vi abbracciamo, Cri e Mauri

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  2. grazie
    davvero particolare come esperienza soprattutto perchè ti fa arrivare a parti di te che non avevi mai toccato
    ti mette veramente alla prova
    un abbraccio grande
    Paola e Rug

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