venerdì 25 gennaio 2013

Il Buddha condominio di Monywa

[Birmania]  Da Mandalay arriviamo a Monywa con tre ore di bus e puntiamo direttamente all’unica guesthouse economica. Questa volta la guida Lonely Planet ha ragione: “se non ti sai adattare al cibo e alle sistemazioni, non venire in Birmania”. Le scale per salire alle stanze non hanno mai visto un secchio d’acqua e sulle pareti dipinte di verde ci sono evidenti sputi di betel color porpora, le foglie miste ad erbe che qui masticano continuamente colorando tutta la bocca; il governo l’ha vietato proprio perché una volta sputato sporca ovunque, ma viene usato ugualmente. La stanza alla fine del corridoio non è male ha pure il bagno in camera, un vero cesso. Visto che costa solo 13$ la prendiamo subito, meglio non rischiare, infatti altri turisti arrivati dopo di noi non hanno trovato una stanza per meno di 40$.

A differenza di Mandalay qui non si può noleggiare una moto, si può solo ingaggiare un moto-taxi che ti porti in giro, anche in due sulla stessa moto più il conducente.  Ci facciamo portare al sito del grande Buddha che dista una quindicina di km. E’ davvero una sorpresa, alto 135 metri si può risalire all’interno per 30 piani, ognuno dei quali contiene Buddha più piccoli,’ buddhini’ e mostri vari, nonché raccapriccianti scene dell’inferno alle pareti. Per fortuna veniamo bloccati al sedicesimo piano.
Subito più a valle c’è un altro Buddha disteso sul fianco lungo 98 metri e ancora più giù un terzo in costruzione. La carnevalata non finisce qui, perché sulle pendici della collina intorno sono stati costruiti migliaia di ‘buddhini’ rossi e gialli a grandezza d’uomo, tutti rivolti verso il Buddha condominio. Salendo su una  torre di osservazione si possono ammirare a perdita d’occhio e per la prima volta siamo convinti che i birmani siano riusciti a superare i cinesi nella “Disneylizzazione” dei loro complessi religiosi.
Abbiamo incontrato un gruppo di italiani che stava consumando montagne di fazzolettini umidificati per pulirsi i piedi dopo essere stati nel tempio a piedi scalzi. Dei tanti gruppi che abbiamo incontrato questa era la prima volta che ci capitava di vedere una cosa del genere. Ma quello che stupisce ancora di più  è che era la guida birmana ad offrirli a loro e quasi volevo chiederle se faceva la scorta ogni volta che arrivavano degli italiani. In Birmania si cammina scalzi ovunque, bisogna rassegnarsi.
Ceniamo a base di pesce nelle bancarelle sulla strada e poi cerchiamo un internet point dove poter pubblicare il post, quello vicino alla rotatoria principale è così lento che non si riescono nemmeno ad aprire le pagine. Alle 21.30 rientriamo, non c’è più nessuno in giro, sembra notte fonda.
La collina del Bodhi Tataung, il Buddha alto 135 metri 

Ha 30 piani. Visto da fuori, con tutte le finestre, sembra un condominio 

Migliaia di Buddha più piccoli sono disseminati intorno alla collina

5 commenti:

  1. ciao Paola! ciao Ruggero!
    ohh la Birmania..

    sono stata assente dal vostro blog per un periodo (solo per impossibilità) vi ritorno ora.
    Ieri ho letto i vostri racconti, ma non è stato come quanto vi leggevo giorno per giorno..
    farlo giorno per giorno è partecipare, in qualche modo, al vostro viaggio è vedere. Leggere più giorni insieme(quasi un mese) è leggere e ascoltare, "vedo" meno..

    il problema se è un problema, è mio, non vostro. voi siete bravi.. mica solo perchè scrivete.. per il viaggio, per questo lungo viaggio, così pieno, così ricco di luoghi, di polvere, di volti, di fatica, di bellezza.

    non ho ben capito se andate a Bagan.. riuscite vero? riuscirete ad andarci?

    la Birmania la conosco, ci sono stata diversi anni fa e mi piace sentire che è ancora difficile, che poco è cambiato.

    Nono lo so, ma a volte il tempo che passa che cambia le cose per portarle al progresso, allo sviluppo e all'uguaglianza (sempre meno differenze, sempre più occidente) non mi da sollievo.
    quando sento che quel "tempo" non ha presa e non ha prepotenza, sono contenta.
    qualcosa ancora, resiste.

    buon proseguimento, da adesso, ancora con voi.

    e ancora ciao

    susanna

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  2. ma davvero sei stata brava a leggerti tutti i post di seguito!!!!
    leggerne uno al giorno e gia tanto...immagino un intero mese
    comunque la tua compagnia e una bella compagnia e ci mancavi
    siamo stati a Bagan e domani te lo raccontiamo
    (le accento mancano perche sono in un internet point e non so dove sono i tasti)
    un abbraccio
    Paola

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  3. ..per quando scriverete di Bagan.. di quegli spazi, di quel silenzio, dell'alba, del tramonto, dei colori, dei templi, degli scalini.. o forse, niente di tutto questo..

    i miei saluti, ora, a voi.. in quella terra (Birmania) dove "non si sa mai" cosa accadrà dopo, oggi. Se si riuscirà a mangiare, ad arrivare..

    nessun problema per gli accenti, si leggono tutti lo stesso.
    anzi, sinceramente, in quella mancanza.. io, sento più cose.

    ciao ragazzi!

    susanna

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  4. Caro Ruggero,
    complimenti per la tua splendida avventura! Anch'io ogni tanto vengo a dare un'occhiata al tuo blog, con tanta nostalgia per le emozioni che io stesso ho vissuto in quell'incredibile giro del mondo di 3 anni fa.....Vedo che ti 6 organizzato proprio bene sotto l'aspetto virtuale. Il tuo blog è una continua fonte di informazioni. Bello! Io non ce l'avrei fatta a star dietro a tutto. Mi hai fatto venire una gran voglia di tornare in India. E poi anche la Birmania, che meraviglia.......Spero ci farai vedere qualcosa in libreria da Daniele nei prossimi mesi. Intanto stai via più che puoi e carica bene la memoria!
    Gianandrea Prosdocimo

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  5. Grazie Gianandrea, si e' un bel giro quello che stiamo facendo e il fatto di star via cosi' tanto tempo cambia le coordinate della fatica e della resistenza...la Birmania ci ha messo alla prova, per gli alberghi sempre pieni e per il cibo...sono domagrito di 3 kg in tre settimane.. Per quanto riguarda il post, facciamo molta fatica a starci dietro, ma e' utile soprattutto a noi, per tenere una sorta di diario...
    Ma dove eri stato 3 anni fa?
    ruggero

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