giovedì 31 gennaio 2013

I mercati del Lago Inle

[Birmania]  Ieri dovevamo visitare il mercato di Nyaungshwe, il paese dove alloggiamo, ma ha piovuto tutto  il giorno, il gestore dell’albergo ha detto che in vita sua non ha mai visto così tanta pioggia nella stagione secca. Comunque meglio così, visto che i miei attacchi di dissenteria hanno avuto l’apice proprio ieri mattina e faticavo a reggermi in piedi, la pioggia mi ha fatto rimanere a letto fino all’ora di cena senza sentirmi in colpa. E’ la prima volta in oltre sei mesi di viaggio che ci capita questo problema intestinale, sembra che il Myanmar faccia strage. Alla fine mi sono convinto a prendere delle bustine di Diosmectal.

Oggi per fortuna sto meglio, ma il cielo è ancora coperto. Ci vestiamo molto per le nove ore di barca che ci attendono sul lago insieme a due giovani francesi, non proprio simpatici. Le barche sono lunghe e strette, simili alle long-tail thailandesi, con un grosso motore diesel avviato a manovella che riesce a spingerci sull’acqua a grossa velocità.

Finalmente esce il sole in modo definitivo, tingendo di colore le sagome dei pescatori che remano in equilibrio su una gamba, mentre con l’altra avvolgono il remo come farebbe un serpente. Le mani devono essere libere per manovrare le reti a cono che vengono immerse nei bassi fondali. Altri pescatori battono l’acqua con delle lunghe pertiche in modo da spaventare i pesci e fare in modo che entrino nelle reti. Vicino alle abitazioni ci sono degli enormi orti galleggianti, dove vengono coltivati pomodori, cetrioli e diversi tipi di legumi.

Facciamo un lunga e piacevole sosta in uno dei tanti mercati settimanali del lago, dove donne Shan e Pa-O indossano i loro abiti tradizionali e copri capi molto colorati. Era veramente tanto che non vedevamo un mercato così originale, pochissime cose occidentali, tanti fiori, cibo e artigianato. Gli arrotini scaldano i coltelli da affilare su braci di carbone in cui l’aria forzata non viene ottenuta con il solito ventilatore, ma con una donna che muove due giganteschi stantuffi con un movimento simile a quello della mungitura.

I villaggi nelle paludi intorno al lago sono tutti su palafitte, collegati da ponti in legno e canali, con scene di vita medioevale che ti fanno immaginare come poteva essere Venezia alle origini. Il nostro barcaiolo si ferma in tutti i negozi di rito dove spera si compri qualcosa per avere probabilmente una commissione, sono comunque interessanti perché c’è sempre la bottega adiacente dove vedi come si creano a mano i sigari, lo zucchero di canna, i coltelli, le pentole e dove si tessono stoffe di vario tipo, compreso quelle con il filo della pianta del fiore di loto, che non avevamo mai visto. Uno dei negozi ha esposto in bella mostra, come allo zoo, un’intera famiglia del gruppo tribale dei Paluang, le cui donne usano mettere fin da piccole dei pesantissimi anelli di ottone intorno al collo.

Nel villaggio di Nampan consegniamo la quindicina di occhiali da presbiti alle persone adulte e anziane che hanno problemi di lettura, li facciamo leggere sulle piccole lettere della business card dell’albergo finché trovano la gradazione giusta. E’ bello vederli sorridere contenti. Gli occhiali si trovano nei negozi di Nyaunghwe a poco più di un euro l’uno. Abbiamo copiato l’idea da due tedeschi a Mandalay, ci sembrava bella. L’esitazione iniziale è stata superata dalle loro parole: “Meglio fare qualcosa rischiando di sbagliare che non fare nulla per paura di sbagliare”.

, Le reti a cono utilizzate per la pesca dei bassi fondali
I pescatori stanno in equilibrio su una sola gamba per remare con l'altra
, Donne Pa-O durante il mercato sul lago Inle 
Lei intanto se la fuma...
,Le barche a fondo piatto utilizzate per muoversi nei canali
,Il ponte di Rialto del lago inle