giovedì 20 dicembre 2012

Si parte


"Il ritmo del passo genera una specie di ritmo del pensiero.” Rebecca Solnit
 
[India]  In questi giorni abbiamo avuto ulteriori problemi con le carte di credito e i bancomat, di cinque ne funzionava solo una! In un altro viaggio era successo che la carta mi si fosse smagnetizzata e avevo paura che fosse così anche questa volta, per fortuna è bastata una telefonata alla  banca che ha semplicemente modificato nel bancomat la modalità valida per l’estero con quella valida…per il mondo! Eppure avevo prelevato tranquillamente fino al mese scorso, mah!

Per le carte di credito invece sono state introdotte l’estate scorse delle norme per aumentare la sicurezza dei pagamenti via internet. Serve una password da inserire durante la transazione che viene fornita recandosi personalmente in banca o telefonando al numero verde. Peccato che noi siamo in India e i tempi di attesa per parlare con l’operatore siano anche di 40 minuti. Io sono riuscita ad avere comunque il codice, mentre Ruggero sta ancora penando. Il sistema di sicurezza funziona così bene che neanche il titolare può usarle.

Un po’ di soldi di scorta li abbiamo sempre, dollari ed euro, nascosti nella cintura dei pantaloni che ha una cerniera lungo tutta la sua lunghezza e permette di inserire parecchio denaro, ben piegato. Davvero questa volta sembrava dovessimo svuotarla.
Per prelevare usiamo solo i bancomat, che hanno costi più bassi, mentre le carte di credito le teniamo per sicurezza e per i pagamenti dei voli e di altre cose via internet.

Si parte

Lasciamo Varanasi dopo più di due mesi. A volte è stato davvero difficile sopportare i cani, le mucche, le scimmie e l’odore delle immondizie bruciate.
Trovare ben tre volte il topo in camera è stato pesante e sono rimasta letteralmente a bocca aperta quando dicendolo alla reception mi hanno risposto che devo essere solo felice di questa ‘visita’ perché il topo altro non è che un messaggero di Dio che porta la sua benedizione. Incredibile India!

Tornare in albergo passando tra le centinaia di pellegrini che uscivano dai templi e camminare a zig zag tra le cacche è stato un bell’esercizio di pazienza. Spesso, rimanere seduta sulla terrazza dell’albergo è stato un modo per tenere la distanza da tutto questo mondo, a volte davvero incomprensibile e assurdo. Ho compreso la saggezza del pensiero orientale secondo cui: ciò che è fuori di noi è immutabile, la sola speranza è cambiare noi stessi.

Oggi quando siamo usciti dall’albergo con il nostro zaino in spalla tutti quelli del quartiere ci hanno salutato calorosamente con sorrisi e un ‘good luck’. Sono sicura che se avessero saputo della nostra partenza avrebbero fatto scoppiare qualche petardo, la loro grande passione.

Ora è arrivato il tempo di riprendere i nostri passi. Questa notte dormiremo in treno, domani arriveremo a Khajuraho. Saremo in India ancora fino il 7 gennaio poi un volo aereo ci riporterà a Bangkok, grazie anche alla mia carta di credito che ha deciso di rimettersi in funzione.

Da parte mia saluto Varanasi, i suoi dritti, i suoi rovesci, e tutti quelli che ho incontrato, tutti, proprio tutti…ovviamente anche il topo.

Fedeli sul Gange
Un saluto a Shiva...
...e a Ganesh che oggi per salutarci si è messo in pantaloni

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