sabato 9 giugno 2012

Viaggi e altri viaggi


“…a conti fatti, ho viaggiato molto, lo ammetto; ho visitato e ho vissuto in molti altrove. E lo sento come un grande privilegio, perché posare i piedi sul medesimo suolo per tutta la vita può provocare un pericoloso equivoco, farci credere che la terra ci appartenga, come se essa non fosse in prestito, come tutto è in prestito nella vita. 
Costantino Kavafis lo ha detto in una straordinaria poesia intitolata Itaca: il viaggio trova senso solo in se stesso ( ... ) è come la nostra esistenza il cui senso principale è quello di essere vissuta."

da Viaggi e altri viaggi di Antonio Tabucchi


Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga, 
fertile in avventure e in esperienze. 
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere, 
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. 
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo, 
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga. 
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta: 
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi, 
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante. 
Soprattutto, non affrettare il viaggio; 
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca. 
Itaca ti ha dato il bel viaggio, 
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. 
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.

Kostantin Kavafis

mercoledì 6 giugno 2012

I visti per andare in Asia o in India via terra

A fondo pagina ci sono le informazioni per il visto dell'INDIA aggiornate a febbraio 2016.


Nota: le informazioni qui descritte sono state aggiornate il 06 agosto 2013

Per arrivare in India, dopo aver escluso i paesi a rischio come l’Afganistan e il sud del Pakistan, bisogna fare i conti con il problema dei visti.

Alcuni, o tutti, si potrebbero fare per strada, nelle ambasciate dei paesi che si attraversano, ma i tempi sono sempre incerti e rimanere fermi una, due o tre settimane in una brutta capitale per aspettare il visto non è proprio piacevole.

Conviene farne il più possibile prima di partire, ma non troppo presto perché alcuni visti, come Iran, Cina e India, decorrono dal momento in cui si fa la domanda. Noi abbiamo iniziato quasi due mesi prima, ma non è bastato, siamo comunque partiti con una settimana di ritardo per aspettarli.

Non ultimo, dipende da dove si abita. Se ci si può recare a Roma o a Milano facilmente, i tempi e i costi si riducono molto, altrimenti si deve ricorrere alle agenzie, oppure ad intere giornate in treno.

Abbiamo deciso di arrivare in India passando sopra l’Afganistan, i paesi da attraversare sono quindi i seguenti: Grecia, Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Kirghistan, Cina, (Tibet), Nepal, India.

I confini tra la Cina e l’India sono chiusi, bisogna quindi passare attraverso il Pakistan, oppure il Nepal e quindi il Tibet. Entrare in Tibet come singoli viaggiatori non è possibile, ma ci sono delle agenzie locali che creano un gruppo con altri viaggiatori e, una volta entrato, sei libero di muoverti come vuoi. Negli ultimi mesi il Tibet era chiuso ai turisti, è stato riaperto da poche settimane, ma sono aumentate le restrizioni: il gruppo deve essere composto da almeno 5 viaggiatori della stessa nazionalità. Mah, vedremo!

Siamo riusciti a fare in Italia i visti per Iran, Uzbekistan, Kirghistan, Cina, India.

Ognuno di questi viene emesso in meno di un settimana, poi ci sono i tempi morti. Abbiamo impiegato circa due mesi per averli tutti, sempre di corsa.

Quello del Turkmenistan lo si fa per strada, perché manca una rappresentanza in Italia, quello del Nepal lo si ottiene tranquillamente al confine, mentre abbiamo rinunciato al Pakistan perché richiedeva troppo tempo. Il visto del Pakistan era comunque di sicurezza, da utilizzare solo nel caso non si riesca ad arrivare in Nepal attraverso il Tibet.

Uzbekistan e Kirghizistan li abbiamo fatti a Roma, attraverso l’agenzia YOR; costo totale per me e Paola, per due visti a testa: 526 euro!
Gli altri li abbiamo fatti andando, di persona, quattro volte a Milano (da Venezia).

Il costo totale dei cinque visti fatti in Italia è stato di oltre 600 euro a testa, comprese le spese di viaggio.

Visto per il Turkmenistan:
si può girare in Turkmenistan senza una guida e senza prenotazione alberghiera solo se si fa il visto di transito, valido al massimo 5 giorni. Noi abbiamo fatto la domanda del visto di transito a Teheran, senza lasciare il passaporto, e dopo dieci giorni lo abbiamo ritirato a Mashhad. Al costo di 55 $ a testa.

I visti che ci hanno creato maggiori problemi sono:
- Turkmenistan: per la mancanza di informazioni;
- Cina: per il recente cambio di regole e per la necessità di avere la prenotazione aerea ed alberghiera;
- Kirghizistan: per la necessità della prenotazione alberghiera (Atenzione: da agosto 2012 non è più necessario il visto per entrare in Kirghizistan se si arriva in volo nella capitale o si entra in gruppo. Chiedere comunque chiarimenti prima di partire.)

I dettagli per ottenere i vari visti:

-         VISTO GRECIA: è in Europa.

-         VISTO TURCHIA: non serve il visto, ti fanno un timbro in entrata (e poi d’uscita) nel momento in cui arrivi al confine. Bisogna pagare una tassa portuale, o di ingresso, di 10 Euro.

-         VISTO IRAN: fare il visto per l’Iran è diventato molto più semplice. Se ti rechi di persona al consolato di Milano non c’è bisogno della famosa LOI (lettera d’invito) faticosa da ottenere. Una volta pronto, ti spediscono i passaporti a casa con posta assicurata al costo di 15 Euro la spedizione (possono essere messi più passaporti nella stessa busta, quindi con lo stesso costo). Noi siamo andati al consolato il lunedì e il venerdì mattina avevamo i passaporti a casa. Il costo del visto è di 50 Euro, che vengono versati in una banca vicino al consolato. Servono ovviamente passaporto senza timbro di Israele e una (o due) foto. Per le donne non è richiesta la foto con il fazzoletto in testa. Al consolato sono molto gentili e danno informazioni complete anche al telefono. Il nostro visto ha una validità di 21 giorni, ma si deve entrare in Iran entro tre mesi dall’emissione del visto.

-         VISTO TURKMENISTAN: non esiste rappresentanza consolare o ambasciata del Turkmenistan in Italia. Bisognerebbe fare il visto a Parigi o Vienna, con tempi e costi che non conosco. Quasi tutti i viaggiatori fanno il visto di transito, valido fino a 5 giorni, per strada. Per un soggiorno superiore c’è bisogno della LOI, che si può ottenere solo se si organizza il viaggio con un’agenzia locale, con tanto di alberghi prenotati e guida. Lungo la strada si può ottenere il visto ad Ankara, a Teheran, oppure a Mashhad. Per la procedura normale ci vogliono circa due settimane, mentre per quella più veloce, e più costosa, bastano 5 giorni lavorativi. E’ anche possibile fare la domanda di visto prima, ad Ankara o a Teheran, e poi ritirarlo a Mashhad lo stesso giorno in cui si arriva, senza dover aspettare. La domanda consiste nella fotocopia del passaporto (non bisogna lasciarlo a loro) e la fotocopia del visto dell’Uzbekistan, paese dove generalmente si entra dopo aver attraversato il Turkmenistan. Una volta che hanno controllato che non siamo indesiderati (5 o 14 giorni), ti rilasciano il visto che viene incollato al passaporto. Il costo è di 35 dollari per la procedura normale e di 55 per quella veloce. Nel visto viene indicato il confine di ingresso e quello di uscita.

-         VISTO UZBEKISTAN: il visto dell’Uzbekistan si fa a Roma, ma non ricevono la domanda via posta e non ti rispediscono il passaporto (devi occupartene tu chiedendo ad un corriere, con delega). Quindi, se non si va di persona, bisogna ricorrere ad una agenzia. Il visto vale un mese, entro il quale puoi entrare o uscire quando vuoi, ma le date di quel mese sono fissate e devi deciderle nel momento in cui fai la domanda a Roma. Questo è un problema perché due o tre mesi prima devi decidere esattamente quando sarai in Uzbekistan, se viaggi via terra non è facile. Il costo è di 88 euro, più 10 euro per ogni ingresso aggiuntivo che si richiede. Il tempo di emissione è di circa 4/5 giorni. Noi l’abbiamo fatto con un’agenzia visti di Roma a cui abbiamo spedito i passaporti con un costo di commissione di circa 50 euro in più per visto.

-         VISTO KIRGHIZISTAN: Non esiste rappresentanza in Italia, il visto si fa presso il consolato del Kazakistan a Roma. Anche loro, come l’Uzbekistan, concedono un mese con date da decidere nel momento della richiesta del visto. In questo mese si può entrare, e uscire, quando si vuole. Il costo è di 35 euro, più altri 35 euro per non so cosa. Si può mandare il passaporto con corriere, ma loro non te lo rispediscono. C’è un problema: insieme alla richiesta di visto vogliono la prenotazione alberghiera. Ho così cercato in  internet alcuni alberghi del Kirghizistan e ho prenotato facendomi mandare la conferma. Ottenuto il visto ho disdetto la prenotazione. Questo visto l’ho fatto con l’agenzia di Roma, insieme a quello dell’Uzbekistan, hanno impiegato più di 3 settimane per farmeli.

-         VISTO CINA: qui son dolori. Un casino. Sembra che ultimamente la Cina abbia ristretto le condizioni per l’ingresso via terra, soprattutto nella parte occidentale del paese. Di solito si presentava un modulo compilato di 4 pagine, una falsa prenotazione aerea, una falsa prenotazione alberghiera… e si faceva. L’agenzia visti di Roma non ha voluto farmelo perché dicevano che non si può più entrare via terra con un visto normale. Da internet non si capisce. Così sono andato a Milano, con prenotazione alberghiera e aerea, e in quattro giorni ho avuto il visto, senza alcun problema. E’ valido un mese, con tre mesi di tempo per entrare. Costo 66 euro comprese le spese di agenzia che fa da tramite con in consolato cinese. Non rispondono quasi mai al telefono. Mai nominare il Tibet quando si fa la domanda del visto.

-         VISTO TIBET: in Tibet basta il visto cinese, ma non si può entrare come singoli viaggiatori, solo in gruppo. Una volta che sei dentro giri come vuoi. Dovrebbero esserci ancora delle agenzie a Kasghar o a Golmud che ti mettono in una lista con altri viaggiatori in modo da farne un gruppo (che non vedrai mai) ed entri…pagando. Dicono che ora il Tibet è chiuso per tutti, vedremo a settembre, quando entreremo noi.

-         VISTO NEPAL: il visto si fa al confine, entrando dal Tibet. Costo 25 dollari per un visto di 15 giorni.

-         VISTO INDIA: il consolato di Milano emette senza alcuna difficoltà un visto valido sei mesi dal momento dell’emissione. L’unico inghippo è la compilazione le modulo on-line che fa perdere un po’ di tempo, oltre a non essere proprio chiaro. Costo 68 euro, compresi loro diritti, tempo 5 giorni. Volendo te lo spediscono a casa. Info:  http://indianvisamilan.com

-    VISTO LAOS: in Cina abbiamo scoperto che era quasi impossibile andare in Tibet, abbiamo così deciso di attraversare tutta la Cina ed entrare in Laos, dove il visto si può fare tranquillamente al confine con 30$. Dal Laos siamo poi arrivati a Bangkok con un bus, senza problemi di visto al confine.

-    NOTA: Da Bangkok abbiamo dovuto prendere un volo aereo finio a Calcutta (100$ a testa), perché non si può attraversare la Birmania via terra.

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VISTO  INDIA 2016

Febbraio 2016: come fare il visto per l’India

Un amico che ha appena fatto il visto mi scrive queste dettagliate informazioni:
:
Allora, io ho fatto tutto on Line tramite l'ente ufficiale dell'ambasciata a Milano!
Efficientissimi, gentili e pronti a rispondere!
Ecco i contatti: www.indianvisamilan.com visa@indianvisamilan.com
Qui ti scrivo le informazioni necessarie, sono quelle che ho chiesto io, di sicuro non ti servirà altro:
Descrizione: https://static.xx.fbcdn.net/rsrc.php/v2/y4/r/-PAXP-deijE.gif27/01/2016
la documentazione da presentare per una richiesta di visto TOURIST è la seguente:
Modulo compilato online (http://indianvisaonline.gov.in/visa) come TOURIST VISA – 6 MONTHS – MULTIPLE ENTRIES con foto digitale caricata, stampato; Due foto 5x5cm con sfondo bianco, a colori – la foto digitale deve essere identica a quelle presentate cartacee; Passaporto con almeno tre facciate libere anche non consecutive;
Il costo del visto TOURIST per chi ha passaporto italiano è di 71,00 €.
Occorrono dieci giorni lavorativi (esclusi di eventuale spedizione) di attesa per il rilascio del visto per chi ha passaporto italiano e non esiste procedura di urgenza.
E’ possibile spedire tutto quanto contattando TNT al numero 199 803 868 dicendo di avere un pacco in porto assegnato in abbonamento per noi.
Se la documentazione viene presentata di persona nei nostri uffici, il pagamento va effettuato in contanti; se invece si effettua la spedizione, per il pagamento si dovrà effettuare un bonifico bancario del costo del/dei visto/i e del costo della spedizione alle seguenti coordinate bancarie:
INTESTATARIO: “K&S Service and Consulting srl”
AGENZIA: UNICREDIT - VIALE CATERINA DA FORLI' 40 - MILANO (03275)
IBAN: IT 38 R 02008 01766 000101900054
CODICE BIC SWIFT: UNCRITM1OT5
Il costo della spedizione di andata e di ritorno fino a 5 passaporti è di 40,00 €.
Nel pacco che ci verrà inviato dovranno essere inclusi, oltre alla documentazione dei visti, anche:
· Copia del versamento effettuato;
· Lettera di accompagnamento con specificato l’indirizzo al quale rispedire i passaporti una volta pronti.
Non è necessario avere né biglietti né informazioni sui riferimenti in India.
Descrizione: https://static.xx.fbcdn.net/rsrc.php/v2/y4/r/-PAXP-deijE.gif27/01/2016
Info utili per compilare il modulo on line:
- nella voce "visible identification marks" io non ho niente da inserire, cosa scrivo? NA, non applicabile.
- nella voce "state/province/district" (stato, regione, provincia), non stanno i nomi al completo ma l'ultimo è tagliato, va bene ugualmente? E’ sufficiente inserire lo Stato.
- non avendo allo stato della partenza un lavoro, dopo "present occupation" (nel mio caso un-employed), mi vengono chiesti nome e indirizzo dell'impresa, che però io non ho, cosa scrivo in quelle voci? NA.
- nella voce "port of arrival in India" io non so ancora in che punto dell'India arriverò, cosa devo inserire? E’ indicativo, va bene qualsiasi porto di arrivo.
- nella voce "reference name in india, adress, phone", io non ho nessun contatto da inserire, cosa scrivo? NA, e una serie di zero nel contatto telefonico.


martedì 5 giugno 2012

Il Mal di Montagna


Riportiamo questo interessante articolo sul Mal di Montagna, comparso su un catalogo di Avventure nel Mondo di qualche anno fa:

Molti viaggi in zone geografiche particolari prevedono rapide salite in quota senza poter dare all’organismo il tempo di acclimatarsi. Sono per lo più salite in jeep o aereo, ma non solo. L’esempio più tipico è rappresentato sall’altopiano tibetano dove si passa in poche ore dai 2000 ai 5000 metri. Problemi simili si hanno però anche salendo a piedi il Kilimangiaro oppure visitando le Ande o il Ladakh.
Un buon acclimatamento è caratterizzato dall’assenza di disturbi e da un buon sonno notturno. Le urine devono essere chiare e abbondanti. Se è presente anche solo un leggero mal di testa o un po’ d’insonnia già significa che non vi state acclimatando bene. Se c’è anche inappetenza, nausea o vomito si può parlare a tutto diritto di mal di montagna!
E’ fondamentale dare importanza a questi primissimi sintomi senza accampare scuse. Cosa devono fare i viaggiatori che vanno in quota, magari dovendo anche salire rapidamente? Li dividerei in tre gruppi.
1)      Il primo comprende coloro che sono già stati molto in alto e non hanno avuto il ben che minimo problema. Sono dei fortunati “rapidi acclimata tori” ai quali riservo solo i consigli generici validi per tutti: non bere alcolici, assumere molti liquidi, non sforzarsi troppo nei primi giorni. Sono solo il 25% della popolazione.
2)      Il secondo e più cospicuo gruppo è rappresentato da quei viaggiatori che hanno già sperimentato il malessere della quota. Magari solo un po’ di mal di testa, d’insonnia o peggio di nausea o di stanchezza eccessiva, uniti ad uno strano gonfiore a mani e viso…Non trascurate questi primi sintomi, tutti infatti sono capaci di farvi notare che state male quando ormai vomitate e procedete barcollando. Questi “lenti acclimatatori” dovrebbero aiutarsi iniziando a prendere il Diamox almeno 24 ore prima del balzo di quota (una compressa al mattino ed una la sera x 5/6 giorni. Il dosaggio ridotto di ½ cpr per due volte al dì è a mio avviso meno efficace. Si tratta di un blando diuretico che, in questo caso, non si usa come tale, ma per il suo collaterale effetto acidificante che contrasta alcalosi, sempre presente in alta quota. E’ un prodotto innocuo che può causarvi solo un po’ di formicolio alle dita, ma che vi aiuterà molto. Se ne deve astenere solo chi è sicuramente allergico ai sulfamidici. Si può associare ad altri farmaci come antimalarici, antibiotici ed analgesici/antinfiammatori,
3)      Infine il terzo gruppo è rappresentato da tutti quelli che non sono mai saliti molto e non sanno se staranno male oppure no. Purtroppo non ci sono sistemi semplici per prevederlo. Questi viaggiatori potranno stare a vedere cosa succede ed iniziare il Diamox (a dosaggio pieno) non appena compaiono i primissimi sintomi. Il beneficio ci sarà comunque, ma sarà meno evidente e rapido che con la prevenzione. Oppure, se temono si star male o non vogliono correre il rischio di rovinarsi il viaggio, potranno iniziare a prendere il prodotto a dosaggio ridotto per passare eventualmente a quello pieno sempre alla comparsa dei primissimi sintomi. A conferma del grande aiuto che offre questo farmaco cito un caso che ho osservato di frequente. Partecipanti che iniziarono a prenderlo e stando bene lo sospendono dopo un paio di giorni. Solo per affrettarsi a riassumerlo per il grande disagio che segue la sospensione!
Ricordo che né la forma fisica, né l’allenamento, né le ascensioni precedenti migliorano la capacità di adattarsi all’altitudine. Tale capacità sembra geneticamente determinata, un po’ come il colore degli occhi. Inoltre il malessere della quota non compare mai appena arrivati, ma sempre dopo 6/12 o più ore dopo. Ho purtroppo notato che, forse per la fretta di continuare o per il timore di arrecare problemi al gruppo, quasi tutti tendono a sottovalutare e negare le sofferenze della quota adducendo sempre le stesse scuse banali.
Per dirimere ogni dubbio e non dare spazio alle scuse, ho ideato una “triade” da prendere alla lettera:
*** In quota qualsiasi mal di testa è solo dovuto all’altitudine (anche se vi siete cotti al sole ed avete pure preso una randellata sulla nuca).
*** In quota la prostrazione e l’insonnia è solo dovuta ll’altitudine (anche se avete corso in salita bevendo thè e caffè).
*** In quota la nausea/vomito è solo dovuta all’altitudine (anche se ieri avete mangiato cozze fritte avariate!).
Chi scrive è un medico che da tempo si occupa di problemi di montagna. Purtroppo è un “acclimatatore lento”. Ha così condiviso le proprie sofferenze con numerosi partecipanti ai viaggi in quota ed ha sperimentato insieme a loro quelle strategie atte a rendere l’acclimatamento meno penoso. E’ stato anche testimone diretto o tardivo di alcuni episodi drammatici dovuti in parte alla casualità ma a volte dovuti solo all’incoscienza ed all’ignoranza. Date retta alla “triade” e se riconoscete anche solo uno dei sintomi, non accampate scuse, magari non dite nulla agli altri, ma passate subito al Diamox a dosaggio pieno (eventualmente associandolo ad un antidolorifico).

Alfredo Ferrauti